Chi ama le civiltà sepolte trova nella bassa Maremma un’autentica miniera di testimonianze del periodo etrusco. I primi stanziamenti stabili organizzati nel territorio maremmano si devono agli Umbri, ma solo con il prevalere degli Etruschi su quest’ultimi, la Maremma acquistò un’mportanza economica per tutto il bacino del Mediterraneo. Gli Etruschi avviarono lo sfruttamento delle miniere, al servizio di una fiorente esportazione, soprattutto di armi. Sebbene la loro attività si svolgesse essenzialmente sul mare, nessuna grande città etrusca sorse direttamente sulla costa, ad eccezione di Populonia, porto di arrivo e di trasformazione del minerale ferroso elbano.
Cosa è il primo centro che s’incontra risalendo dal sud al nord la Maremma grossetana, le cui rovine si ritrovano sul promontorio roccioso quasi a picco sul mare, sette chilometri a sud-est di Orbetello. Per lungo tempo fu considerata scalo marittimo della potente Vulci, grande città dell’Etruria interna, che posta sul pianoro di Tufo a dominio del fiume Fiora, controllava i centri agricoli di Statonia, Sovana e Pitigliano.
Vetulonia, è una delle più antiche e fiorenti città dell’Etruria, dopo molte incertezze e non poche polemiche, fu finalmente identificata con il paese di Colonna di Buriano, a cui nel 1887, fu restituito il suo antico nome. Città commerciale, molto potente sul mare, il suo ruolo politico e culturale è attestato dal fatto di aver trasmesso a Roma i simboli del potere, i fasci littori, la sedia curule d’avorio, la toga listata di porpora e le trombe di guerra.
Roselle, sorgeva su un colle dell’ampia pianura che si estende da Grosseto verso l’interno. Ricostruita dal Medioevo in poi, i suoi resti acquistano il fascino incontaminato della purezza. Domina il colle una cinta di mura ben conservata e racchiude, unico segno del presente, un solo podere circondato da campi di grano e pascoli. Particolarmente interessanti, soprattutto per gli studiosi, i resti di abitazioni in mattoni crudi, pani di argilla seccati al sole e sovrapposti con argilla diluita con malta, che rimandano ai metodi di costruzione dell’Oriente.
Sorano, sede di un’antica civiltà contadina che ha mantenuto nel tempo caratteri rupestri, sorge su una rupe vulcanica, lambita a valle dal fiume Lente. Antico feudo dei conti Aldobrandeschi, il paese passò ai conti di Sovana e Pitigliano ed infine agli Orsini romani. L’abitato, circondato di mura, conserva l’aspetto medievale, con archi e torri. La continuità con il passato è ancora viva, tanto che le tombe etrusche sono utilizzate come stalle e cantine.
Sovana, anch’essa di aspetto medievale, si stende poco oltre e la sua storia ricalca quella di Sorano. Aldobrandeschi prima e Orsini poi, la munirono e la resero preziosa di palazzi e logge. Ma Sovana, la dolce etrusca Suana, isolata su un pianoro fra le gole dei fossi Calonia e Calesine, è soprattutto città di Etruschi. Offre una delle più straordinarie necropoli etrusche, per la varietà delle sepolture, a cassa, a sempliice camera, a dado o semidado, a tempio, a edicola, a timpano e a colombario, per l’ambiente circostante che ancor più sembra accrescere tutto il mistero di un popolo.